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Appello alla solidarietà da Bangkok: Sfratti Zero per Pom Mahakan, una comunità esemplare messa di fronte a uno sfratto definitivo dopo 25 anni di lotte!

Dopo un quarto di secolo la piccola (sotto i 300 abitanti) comunità di Pom Mahakan, che è accoccolata contro il muro originario della città vecchia di Bangkok, Tailandia, si trova di fronte alla minaccia serissima che all’inizio di agosto 2016 le autorità, in violazione all’art. 11 del ICESCR ratificato dal paese, sfratteranno tutti i residenti e inizieranno la demolizione delle case in nome del cosiddetto “progetto di abbellimento”.

Questo è un appello internazionale: siate solidali e firmate, proprio ora, Sfratti Zero per la comunità di Pom Mahakan!

Dietro il progetto di abbellimento: la distruzione della comunità di Pom Mahahkan

La demolizione delle case e lo sfratto dei residenti sono pianificati dall’Amministrazione Metropolitana di Bangkok al fine di attuare il cosiddetto “abbellimento” del sito di Pom Mahakan come parte dell’attuazione del Rattanakosin Conservation and Development Plan [Piano di conservazione e sviluppo Rattanokosin].

Ma la realtà è molto diversa.

Nel 2004 furono distrutte due file di case e le autorità cittadine rilevarono la zona anteriore che gli abitanti avevano usato per le riunioni comunitarie e altre attività sociali. Distrussero il bel giardino realizzato accuratamente dai residenti, sostituendolo con un prato vuoto attraversato da sentieri in cemento. Nel giro di sei mesi quello che avevano voluto fosse un “parco” era diventato chiaramente una terra desolata, con i sentieri in cemento screpolati e la distesa erbosa piena di pozzanghere e disseminata di immondizia, uno spazio pericoloso e incustodito di notte e un obbrobrio di giorno. Quando i residenti si erano mostrati fermi, invece, la comunità funzionava, era un sito di pulizia esemplare e di buon ordine, attraente per i turisti e spesso pulsante delle attività sociali dei residenti. Questa comunità, che ancor prima si era liberata del flagello della droga senza ricorrere alla violenza, ha dimostrato il desiderio di vivere nel rispetto della legge, operando come una società organizzata collettivamente e votata alla conservazione di un sito di grande importanza nella storia tailandese – una delle due ultime fortezze costruite come parte del muro cittadino originario da Rama I, con architetture indigene di vari periodi seguenti l’affermazione nel 19° secolo della comunità originale da parte di Rama III.

Perché i burocrati cittadini vogliono smantellare la comunità di Pom Mahakan, un tesoro unico per la Tailandia con un’invidiabile reputazione di autogoverno efficace?

La comunità ha mostrato abilità organizzative e artistiche, facendo rivivere la tradizione di danza e teatro likae  nel sito delle prime interpretazioni tenutesi a Bangkok, ha incoraggiato concorsi artistici e altre attività per i bambini e ha dato i natali a specialisti in vari mestieri tradizionali e altre abilità. Soggetto di due importanti libri (uno in Thai e l’altro in inglese) e oggetto di un diffuso interesse nei media nazionali e internazionali, la comunità di Pom Mahakan ha stabilito una reputazione invidiabile per l’autogoverno efficace. Sito di studio sempre più popolare tra gli studenti tailandesi, ha ottenuto considerevole fama a livello locale per l’intensa collaborazione con architetti e progettisti sensibili alle tematiche sociali e i loro studenti, pervenendo nel 2004 ad un accordo con il Governatore della città di allora e con l’Università Silpakorn per un accordo di condivisione della terra che avrebbe servito gli interessi della nazione, della città e della comunità nello stesso tempo.

Quell’accordo naufragò per l’intransigenza dei burocrati cittadini e della leadership cittadina più recente. Nonostante la prova diffusa che una giustificazione legale potesse essere trovata per l’esperimento audace e creativo proposto a quel tempo, le autorità attuali sembrano essere determinate a commettere l’errore irreversibile di distruggere quello che è stato una storia di resilienza, adattamento e produzione di conoscenza di notevole successo.

Pom Mahakan è un tesoro unico che la Tailandia non può permettersi di perdere; la sua distruzione provocherebbe un danno duraturo alla reputazione della Tailandia e all’economia del turismo. Benché un ordine del tribunale abbia temporaneamente limitato lo sfratto e le demolizioni progettate, non è chiaro che i bulldozer possano essere trattenuti per neppure la durata di quel ritardo.

Le ragioni etiche e legali a difesa della comunità di Pom Mahakan

Soltanto un impegno solidale internazionale urgente può forse persuadere le autorità a riflettere sull’enorme e irreparabile danno che il loro attuale piano fa presagire e riconsiderare quel piano prima che sia troppo tardi.

Le autorità sarebbero sagge se facessero in modo di non venir denunciate per aver violato la legalità internazionale alla III conferenza Habita delle Nazioni Unite a Quito nell’ottobre di quest’anno, quando scopriranno esattamente quanto diffusa è diventata la fama internazionale di Pom Mahakan.

Dovrebbero invece mostrare che sono impegnati ad attuare le Raccomandazioni della sessione dell’Asia orientale del Tribunale Internazionale degli sfratti (Taipei, 2-4 luglio 2016) dove il caso è stato presentato con successo, con il risultato che le Raccomandazioni in associazione sono state adottate alla 50° sessione del UNCESCR (Ginevra, 19 giugno 2015).

Le autorità scoprirebbero allora anche quale enorme opportunità potrebbe rappresentare per la Tailandia la conservazione della comunità. Li esortiamo a valutare tutte queste diverse considerazioni del caso Pom Mahakan. Una piccola comunità ha ottenuto grandi cose; la sua distruzione rappresenterebbe la violazione della legalità internazionale, una tragedia e uno scandalo.

>>> Vi preghiamo di essere sodidali e cliccare qui  proprio ora per firmare e inviare l’Appello per gli Sfratti Zero Pom Mahakan!

 

Le Raccomandazioni adottate alla 50a sessioe della UN CESCR (Ginevra, 19 giugno 2015) 1

  • La Commissione si raccomanda che la parte Stato intraprenda tutte le misure necessarie, tra cui revisionare il suo quadro legale e politico, per ottenere quanto segue: Rispetto del suo commento generale nr. 4 (1991) sul diritto ad un alloggio adeguato e nr. 7 (1997) sugli sfratti forzati, aumentando i suoi sforzi di superare la carenza di alloggi e assicurare che le persone che vivono in sistemazioni informali siano protette da sfratti forzati;
  • Adottare un approccio basato sui diritti umani nei suoi progetti di sviluppo, nonché stabilire meccanismi partecipativi al fine di assicurare che nessuna decisione presa  possa influenzare l’accesso alle risorse senza consultare i singoli e le comunità interessate, in vista della ricerca del loro consenso informato, libero e prioritario.

[1]  (estratti) Comitato sui diritti economici, sociali e culturali. Osservazioni conclusive sulla prima e seconda delle  relazioni periodiche della Tailandia sull’attuazione della Clausola Internazionale sui Diritti Economici, Sociali e Culturali (E/C.12/THA/1-2) durante le riunioni 28°  - 30a (E/C.12/2015/SR.28, 29 e 30) tenutesi a Ginevra il 4 e 5 giugno 2015, e adottate durante la 50° riunione tenutasi il 19 giugno 2015.

Le Raccomandazioni della 1a sessione del Tribunale Internazionale degli Sfratti Asia Orientale (Taipei, 2-4 luglio 2016)2

  1. L’Amministrazione Municipale di Bangkok dovrebbe cessare e desistere da ogni tentativo di sfrattare la comunità di Pom Mahakan d’ora in poi.
  2. Da quando è stato emesso il vigente Decreto Reale nel 1992 (vale a dire 25 anni fa), molti studi mostrano che il progetto del parco così come inteso non corrisponde alle esigenze pubbliche. L’Amministrazione Municipale di Bangkok dovrebbe riconsiderare il Decreto Reale e proporre un nuovo schema al gabinetto, che può allora richiedere un nuovo Decreto Reale che risolverebbe il problema in modo equo e giusto.
  3. L’Amministrazione Municipale di Bangkok deve cessare gli attacchi alla reputazione della comunità. Non solo la comunità ha lavorato continuamente per negoziare con l’Amministrazione Municipale di Bangkok una soluzione soddisfacente per tutti (come quella brevemente ottenuta sotto il Governatore Apirak Kosayodhin nel  2004 ma successivamente ribaltata con le manovre legali dei burocrati dell’Amministrazione Municipale di Bangkok), ma ha dimostrato abilità di autogestione notevoli; in particolare, ha conquistato l’invidiabile obiettivo di creare un ambiente libero dalle droghe senza ricorrere alla violenza e in piena cooperazione con le autorità di polizia competenti. L’ Amministrazione Municipale di Bangkok dovrebbe quindi beneficiare di questa notevole risorsa umana piuttosto che affidarsi ad attacchi diffamatori su persone il cui solo desiderio è di lavorare con le autorità dell’Amministrazione Municipale di Bangkok.
  4. Poiché la comunità ha diritto all’alloggio e al continuo miglioramento delle condizioni di vita nonché al lavoro, l’Amministrazione Municipale di Bangkok dovrebbe prendere sul serio il piano di condivisione della terra proposto dalla comunità attraverso un processo partecipativo che riconosca la comunità come un partner sullo stesso livello.
  5. Considerato l’incredibile dimostrazione della comunità dell’impegno a mantenere le proprie tradizioni di vita e patrimonio, l’Amministrazione Municipale di Bangkok e il governo nazionale dovrebbero tenere in seria considerazione i desideri della comunità di Pom Mahakan (e di altre comunità colpite) e dovrebbe aggiornare il Rattanakosin Conservation and Development Plan per adeguarsi e far uso di questo significativo contributo alla vita culturale della nazione.
  6. L’UNESCO e altre organizzazioni internazionali specializzate nel patrimonio culturale e la conservazione di monumenti e architettura indigena dovrebbero essere coinvolte nel sostenere una prospettiva sociale e relativa ai diritti umani nella rivitalizzazione dei progetti sul patrimonio di Bangkok.
  7. A Pom Mahakan la Tailandia trova una dimostrazione veramente straordinaria – dimostrata in diversi gradi da altre comunità povere in tutto il paese – di autogestione efficace e di cura decisa del patrimonio storico e architettonico nel quale la comunità è situata. Ci appelliamo all’Amministrazione Municipale di Bangkok e al Governo della Tailandia perché riconosca questa notevole risorsa come qualcosa di cui città e nazione possono andare giustamente fieri e perché facciano tutto il possibile per conservare – piuttosto che distruggere – quello che potrebbe essere un contributo tailandese significativo per le problematiche globali con governi locali efficaci e partecipativi, giustizia sociale e la protezione del patrimonio.

[2]  The East Asia Regional Tribunal on Evictions Highlights the Marginalised Facts of Evictions in the Habitat III Agenda

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Le Traducteur Volontaire pour le droit au logement sans frontières de l'IAI qui a collaboré à la traduction de ce texte est :

Sabrina Bruna

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