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Di “vendipatria” e “vendicase”

Lo scorso 10 dicembre, nell’ambito della Giornata Internazionale dei Diritti Umani, il Consiglio per la Difesa della Casa (CDV) ha realizzato un meeting di fronte alla sede di Scrap II, la società di recupero crediti ipotecari alla quale l’Infonavit (Instituto del Fondo Nacional de la Vivienda para los Trabajadores) quasi regalò 36 mila abitazioni di lavoratori.

Laura Itzel Castillo

14 gennaio 2009

La società statunitense Scrap II è filiale della Pendulum, dell’Afore Banamex e della City Group. Al suo vertice c’è Enrique Colliard, ex funzionario del Fobaproa (Fondo Bancario di Protezione al Risparmio), che comprò con un assegno da oltre un miliardo di pesos il portafoglio di crediti scaduti dell’Infonavit il giorno stesso in cui la società di recupero crediti fu costituita. Con questa operazione evidentemente venne violata la convocazione emessa dallo stesso Infonavit, dal momento che la società vincitrice non risultava iscritta nel Registro della Proprietà e del Commercio… Ma guarda un po’ il comportamento irregolare degli amanti della legalità!

La persona incaricata di dare il colpo di grazia a tale patrimonio fu lo spagnolo David Sánchez Tembleque, che svolgeva il ruolo di dirigente dell’Infonavit. In sintesi: un gallego vendette ai gringos le case dei lavoratori messicani, per mezzo di un’impresa che ancora neppure esisteva. E non si tratta di una barzelletta.

Di fronte a tali abusi, il CDV presentò ricorsi contro l’Infonavit e le società Scrap II e Capmark. Lo scorso 14 novembre l’ottavo collegio del Tribunale Amministrativo, con sede nel Distretto Federale, accolse uno dei ricorsi a favore dell’avente diritto Rocío Sánchez de la Vega. La sentenza dichiara “nulla la vendita o cessione dei diritti” e, dunque, dispone che il credito torni ad essere gestito dall’organismo di previdenza sociale.

Al termine del meeting alla Scrap II, una commissione del CDV fu ricevuta. La società precisò di essere sempre stata disponibile a dialogare e a rinegoziare i debiti degli accreditatari. Si impegnò a cessare le minacce e a costituire un tavolo di lavoro.

Tuttavia, a un mese da tale accordo, Gabino Gómez, dirigente e fondatore di El Barzón e parte integrante del CDV nel Chihuahua, trovò un biglietto appeso alla porta del suo ufficio pieno di minacce e frasi offensive. Provò ad aprire la porta ma non ci riuscì: la serratura era stata bloccata con della colla.

Il Chihuahua è costantemente vittima della politica di spoliazione intrapresa dalla destra. Per oltre 15 anni organizzazioni sociali hanno mantenuto viva la lotta contro l’usura messa in atto dalle istituzioni bancarie. Gabino, insieme a molte altre persone, da mesi manifesta di fronte agli uffici della Scrap II, nella capitale di questa impresa. Ogni settimana protestano e richiedono che cessi la fustigazione extragiudiziale, che si dia lo stop agli sgomberi delle famiglie lavoratrici e che il portafoglio dei crediti torni nelle mani dell’Infonavit, come ben stabilisce il ricorso presentato e vinto dal CDV. È chiaro: La difesa della patria inizia dalla casa.

consejodedefensadelavivienda@gmail.com