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Cambio di paradigma per territori giusti, democratici e sostenibili: per la riforma urbana ed agraria, adesso!

Appello alla convergenza verso Rio+20 ed oltre

Le organizzazioni e reti internazionali degli abitanti per la riforma urbana e il diritto ad abitare parteciperanno al Vertice dei Popoli contro la mercificazione della vita e della natura per la difesa dei beni comuni, che si svolgerà a Rio de Janeiro, in Brasile, dal 15 al 23 giugno 2012 di fronte alla Conferenza delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile (Rio+20).

Lanciamo questo appello affinché questo spazio diventi una pietra miliare nel processo di consolidamento del dialogo e delle alleanze, nella definizione di una piattaforma e di un programma d’azione comune dei movimenti degli abitanti delle campagne e delle città e di tutte le altre organizzazioni che lottano per territori giusti, democratici e sostenibili.

Vogliamo costruire questo dialogo per continuare verso nuovi spazi, come il Forum Urbano Mondiale 6 - Forum Urbano Sociale 2(Napoli, settembre 2012) e il Forum Sociale Mondiale – Assemblea Mondiale degli abitanti (Tunisi,marzo o aprile 2012).

Le città e il diritto di opporsi al modello neoliberale alla base della crisi

All’alba di questo nuovo millennio più della metà della popolazione mondiale viveva in città con tassi di urbanizzazione in piena crescita. Le città hanno un enorme potenziale di ricchezza e diversità economica, ambientale, politica e culturale. Però il modello neoliberale, implementato quasi ovunque, concentra le ricchezze ed il potere nelle mani delle élites; i processi di urbanizzazione accelerati contribuiscono alla depredazione ambientale e alla privatizzazione degli spazi pubblici, causando impoverimento, esclusione e segregazione sociale e spaziale. È stato proprio questo modello ad originare la crisi finanziaria e mondiale che sta aggravando i problemi abitativi nelle campagne e nelle città.

La maggior parte degli abitanti delle città soffre il peso di questo modello e delle sue ripetute crisi. Poiché la soddisfazione delle necessità primarie è negata o limitata, hanno il diritto e la legittimità di resistere alle violazioni dei propri diritti economici, sociali, culturali ed ambientali.

I movimenti popolari, le organizzazioni sociali, le associazioni professionali e i forum della società civile, sia nazionali che internazionali, si sono impegnati già dal primo Summit della Terra a Rio de Janeiro (ECO ’92) a costruire un modello di vita e società urbana sostenibile, basato sui principi di solidarietà, libertà, uguaglianza, dignità e giustizia sociale.

La Carta Mondiale per il Diritto alla Città, piattaforma comune per esigere i nostri diritti e difendere i beni comuni

Un risultato di questa mobilitazione internazionale dei settori della società civile a partire dal Forum Sociale Mondiale tenutosi nel 2001 a Porto Alegre, è stata la redazione e la diffusione della Carta Mondiale per il Diritto alla Città che propone una piattaforma per città giuste, democratiche, sostenibili e a misura d’uomo.

La costruzione di una città giusta ed egualitaria è inseparabile dalla lotta per l'uso sociale, equo e sostenibile di beni comuni quali l’acqua, la fauna e la flora, per la democratizzazione dell’accesso alla terra urbana e rurale, dalla lotta per la riforma urbana ed agraria, per la democratizzazione della gestione del territorio, per la sovranità alimentare, per le metodologie agricole responsabili verso l'ambiente, per la garanzia dei modi e dei mezzi di sostentamento dei contadini, delle loro famiglie e delle popolazioni indigene e tradizionali presenti in tutto il mondo. Quest’anno, nel 2012, con le nostre lotte e le nostre competenze ribadiamo  di fronte ai governi, al G20 e alle istituzioni finanziarie internazionali, le nostre richieste, in particolare di politiche pubbliche,  condizioni necessarie per vivere felici, in pace e armonia in territori giusti, democratici e sostenibili.

Stando alla definizione approvata dal Foro Urbano Mondiale di ONU-Habitat  del 2010, “il diritto alla città  rappresenta il diritto collettivo delle generazioni presenti e future a città sostenibili libere da discriminazioni basate su sesso, età, razza, stato di salute, reddito, nazionalità, origine etnica, migrazione, orientamento politico, violenza sessuale o religiosa, e che proteggono la loro identità e memoria culturale”, è ora che gli stati e la società civile, alla luce di questa affermazione, si assumano i propri doveri e responsabilità necessari alla creazione di nuovi patti sociali e territoriali che trovano il proprio fondamento in paradigmi alternativi al modello neoliberale, assumendo i seguenti impegni:

1. Il completo esercizio della cittadinanza . Una città nella quale tutti gli abitanti (bambini, giovani, adulti, anziani, uomini e donne che vi abitano in modo fisso o temporaneo) realizzino e godano tutti i diritti umani e le libertà fondamentali, creando le condizioni necessarie ad un benessere collettivo basato su dignità, uguaglianza e giustizia sociale. A tal fine, le città, o civitas - i suoi abitanti, gli attori sociali e le istituzioni – devono esercitare la propria autonomia per resistere agli attacchi aggressivi della globalizzazione neoliberale, senza essere essere criminalizzati a causa delle proprie risposte civiche.

2. La funzione sociale della città, delle terre e della proprietà . Una città dove gli abitanti prendano parte alla distribuzione delle terre e alla regolazione del loro uso e che garantisca quindi un usufrutto egualitario dei beni, dei servizi e delle opportunità che la città può offrire. Una città che metta al primo posto l’interesse pubblico definito collettivamente,garantendo un uso socialmente giusto e bilanciato a livello ambientale. Diventa quindi essenziale formulare ed implementare politiche pubbliche e strumenti specifici per frenare la speculazione, la segregazione urbana,  l’esclusione, gli sfratti e gli sgomberi e l'accaparramento delle terre urbane e rurali.

3. La gestione democratica della città . Una città nella quale gli abitanti partecipino ai processi decisionali a tutti i livelli – fino al più alto - per la formulazione e l’implementazione di politiche pubbliche, piani, budget pubblici e controllo dei processi urbani. Il tutto rafforzando  la partecipazione alla gestione, al controllo ed alla valutazione delle politiche pubbliche negli spazi istituzionali decisionali, non solo nelle consulte cittadine

4. La produzione democratica della città e nella città . Una città che tuteli e rafforzi la capacità produttiva dei suoi abitanti, in particolare dei settori popolari, incoraggiando e sostenendo la produzione sociale dell’habitat e lo sviluppo di attività economiche solidali, ad esempio l’agricoltura urbana per rafforzare la sovranità alimentare. Il diritto a produrre la città, a un habitat produttivo e all’energia, per generare reddito per tutte e tutti, per rafforzare l’economia popolare, non solo il guadagno quasi monopolistico di pochi. Una città che sia aperta ed attenta ai bisogni dei gruppi più vulnerabili, delle persone che vivono in povertà e a rischio ambientale (a rischio e/o vittime di disastri ambientali di matrice umana), di coloro che sono minacciati e/o vittime di violenza, diversamente abili, immigrati e rifugiati e di tutti coloro che vivono in situazioni marginalizzate o svantaggiate rispetto agli altri abitanti.

5. La gestione responsabile e sostenibile dei beni comuni naturali, patrimoniali ed energetici della città e delle zone circostanti . Una città nella quale gli abitanti e le autorità attuino politiche pubbliche per un rapporto responsabile tra i beni comuni come l’acqua e l’ambiente - senza privatizzazioni- per assicurare una vita dignitosa e condizioni di vita egualitarie, senza intaccare le riserve ecologiche naturali, alle persone, comunità e città, adesso e alle generazioni future.

6. La fruizione democratica ed egualitaria della città . Una città che, in tutta l' la trama urbana, riconosca il diritto all’accessibilità e a uguali opportunità, per favorire la coesione sociale e promuovere l’uguaglianza di genere, rispettando tutte le persone,indipendentemente da origine etnica, età, abilità, orientamento sessuale o religione. Una città che faciliti la mobilità di tutti gli abitanti, con tecnologia pulita e sostenibile ed incentivi per il trasporto pubblico e per i mezzi di trasporto alternativi, come ad esempio la bicicletta. Una città che includa, a tutti i livelli di formazione scolastica e per i funzionari pubblici responsabili di politiche pubbliche locali, il diritto ad una città sostenibile e quello alla comunicazione ed informazione orizzontali.

Aprile 2012

Firmatari:

Coalizione Internazionale per l’Habitat (HIC)

International Alliance of Inhabitants (IAI)

Forum Nazionale per la Riforma Urbana (FNRU), Brasile

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  • Ana Treviño, - Mexico
  • JOSE CHUZA LEDESMA, ASOCIACIÓN CIVIL HÁBITAT Y VIDA - Argentina
  • Vincenzo Simoni, Unione Inquilini - Italy