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Russia: Putin non può continuare ad ignorare la marea crescente della solidarietà

Primi blocchi stradali e un decesso tra i «co-investitori truffati» in sciopero della fame.

Ricordiamo che questo movimento accomuna decine di migliaia di persone, provenienti da ogni parte della Russia, che hanno partecipato a delle quote o a dei fondi d’investimento nella costruzione di alloggi, per i quali i poteri locali o regionali si sono fatti garanti. Decine di migliaia di persone che in seguito alla chiusura dei cantieri si ritrovano senza più risorse e senza dimora. Alla vigilia dello sciopero della fame, cominciato a Mosca il 17 aprile e protrattosi fino all’8 maggio, l’IAI aveva lanciato un appello alla solidarietà internazionale. In tutto, una cinquantina di persone provenienti da diverse regioni della Russia, tra cui 6 persone che hanno risposto a tale appello per 22 giorni.

I co-investitori esigono il riconoscimento delle responsabilità da parte del potere federale in questo scandalo politico-immobiliare.

Dopo il decesso di un primo scioperante, la gente è scesa in strada e di fronte l’insistente richiesta di tutti i movimenti e di tutte le associazioni a sostegno di tale mobilitazione, gli scioperanti hanno finalmente deciso di mettere fine alla loro azione. Nel tentativo di scoraggiare la lotta, mentre l’amministrazione presidenziale rifiutava di occuparsi dell’affare, tutti i telegrammi inviati ufficialmente al Cremlino sono stati rispediti alle amministrazioni regionali coinvolte nello scandalo immobiliare. Sul posto, gli aderenti allo sciopero della fame hanno dovuto far fronte ad ogni sorta di sopruso da parte delle forze dell’ordine che sono giunte perfino a bloccare l’accesso al luogo dello sciopero, a confiscare i passaporti e a bruciare i telefoni cellulare.

R iepilogo cronologico delle lotte e dei decessi

L’8 maggio muore all’età di 38 anni per aneurisma Igor Vosevoi, uno degli aderenti allo sciopero della fame organizzato a Ulyanovsk. Militare di carriera, era stato onorato per decisione del Presidente della Federazione Russa per il servizio reso alla nazione. Nel settembre 2005 Igor investì 1,5 milioni di rubli (43000 Euro), cioé tutto il capitale ottenuto dalla vendita del suo vecchio alloggio nel quadro di una richiesta di fondi lanciata dalla società immobiliare « Kapstroï » per la costruzione di un appartamento più grande. In seguito al blocco dei lavori e all’esplosione dello scandalo, Igor ha fatto appello alla giustizia. Il tribunale ha dichiarato la società immobiliare colpevole di malversazione e debitrice di 1,6 milioni di rubli nei confronti di Igor Vosevoi. Tuttavia, come per la maggior parte delle risoluzioni prese dalla giustizia in questo settore, la decisione non è mai stata applicata.

A gennaio 2007, Igor Vosevoi si rivolse al governatore della regione affinché intervenisse in suo favore, sostenendo il fatto che con un’entrata mensile di 8000 rubli al mese, era costretto a spenderne la metà per pagare il fitto di un alloggio di fortuna.

Igor è morto, nonostante la sua lotta e senza vedere il minimo sforzo da parte dei poteri pubblici per risolvere il problema. Lascia due figlie, di 15 e 3 anni, e una moglie, che percepisce un salario appena sufficiente a coprire le spese dell’alloggio.

Il 15 maggio, dopo l’annuncio della morte di Igor Vosevoi, i “co-investitori” di Ulyanovsk sono scesi in strada in massa. Quello stesso giorno, si stava svolgendo un’assemblea generale del movimento alla quale erano stati invitati i rappresentanti dei poteri pubblici. Questi ultimi hanno completamente ignorato l'assemblea. I manifestanti hanno cominciato ad intonare slogan come: «Il potere ha ucciso Vosevoi!», «Sindaco, dimettiti!». Oltre 300 persone hanno bloccato la strada vicino la sede del comune. Nessuna rappresentanza è scesa in strada per andare incontro alla folla.

Così, il 15 maggio i « co-investitori truffati » di San Pietroburgo hanno cominciato lo sciopero della fame. Si tratta di uno sciopero di avvertimento, per il quale il termine è stato annunciato al 27 maggio. Il 23 maggio gli scioperanti hanno ricevuto la visita del vice governatore della regione, in seguito alla quale quest’ultimo ha dichiarato alla stampa che il problema era risolto. Ma gli aderenti allo sciopero della fame hanno tempestivamente fatto circolare una dichiarazione nella quale spiegano che le loro principali rivendicazioni (in particolare la garanzia dell'accesso all'alloggio per i "co-investitori" che hanno rispettato i loro obblighi nei confronti delle società immobiliari e dello Stato) non sono state soddisfatte e che l’azione continua. Ciò ha permesso comunque di far riconoscere ufficialmente il problema al potere regionale, che aveva fino ad allora preso le distanze ignorando lo scandalo.

Il 21 maggio, un centinaio di « co-investitori truffati » ha organizzato un altro blocco stradale nella città di Oktyabrsky (periferia di Mosca). Questi chiedevano un incontro con il sindaco del posto, costretto ad accettare la trattativa poiché i manifestanti avevano occupato la sede dell’amministrazione comunale. Ciononostante, il sindaco non ha fatto altro che ripetere l’obbligo dei "co-investitori" di pagare personalmente per la conclusione della costruzione degli otto immobili oggetto dello scandalo. In seguito a tali dichiarazioni, i manifestanti hanno bloccato la strada principale e sono stati allontanati con violenza dalle forze dell’ordine.

Grazie alla solidarietà e all’unità non è ancora detta l'ultima parola

La nota positiva di quest’azione è l’attivazione di un sistema di solidarietà in collaborazione con altri movimenti di lotta in Russia, l'Unione dei Soviet di Coordinamento (SKS), le associazioni di tutela dei diritti dell’uomo e perfino i movimenti degli automobilisti. La campagna lanciata a livello internazionale da IAI ha avuto un’eco importante sia nel movimento stesso che nei media. Gli interventi di Cesare Ottolini difronte a UN-Habitat hanno fatto nascere molte speranze tra le varie vittime della violazione del diritto alla casa e tra i "co-investitori", i quali hanno cominciato a sperare nella possibilità di una missione dell’ONU in Russia. Alla fine, il manifestato disprezzo da parte dei poteri pubblici verso un'azione più che degna di persone pronte a battersi in nome della difesa della giustizia, ha innescato una ripresa delle lotte in molte regioni.

Prossima tappa : la Piazza Rossa

Il 6 giugno è previsto un grande raduno dei “co-investirori truffati” nella Piazza Rossa.

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